Struttura della filiera – Aree di produzione – Principali produttori
Il settore della gestione dei rifiuti è stato regolamentato dalla legge-quadro n°96-41 del 10 giugno 1996, che ha fatto seguito al lancio del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti PRONAGED, che è durato dal 1995 al 2006. L’ANGED è stata costituita nell’agosto del 2005, con il decreto 2005-2317, per sovraintendere a tutte le operazioni (riabilitazione delle discariche anarchiche, apertura e gestione delle discariche controllate, applicazione dei sistemi di raccolta, riciclaggio e valorizzazione dei rifiuti …). Essa ha la missione di partecipare all’elaborazione dei programmi nazionali e all’implementazione dei programmi pubblici in materia di gestione dei rifiuti, di aiutare le Municipalità e le industrie nella gestione dei rifiuti, di promuovere la collaborazione tra tutti gli attori, in particolare tra le collettività locali, le industrie ed i privati.
In particolare, l’ANGED è responsabile dell’implementazione del Programma di Gestione Integrata dei Rifiuti (PRONGIDD), che mira alla valorizzazione e al trattamento dei rifiuti. In particolare, essa è responsabile da un lato dell’implementazione delle politiche di gestione e valorizzazione dei rifiuti ordinari e speciali e dall’altro agisce come ente appaltante per gli interventi sul territorio – in particolare per la concessione degli appalti per la gestione delle discariche che avviene su due livelli: la raccolta e il trasporto dei rifiuti che sono di competenza delle Municipalità, mentre il deposito ed il trattamento sono centralizzati a livello nazionale.
Tale suddivisione dei compiti permette di alleggerire il carico finanziario che è rappresentato dalla gestione dei rifiuti da parte delle Municipalità e di facilitare il coinvolgimento del settore privato a livello locale, nell’ambito di investimenti meno onerosi.
Inoltre, l’ANGED incoraggia molto la cooperazione tra gli enti locali in modo da creare delle economie di scala sia per le municipalità che per gli investitori privati.
Oltre all’ANGED si possono identificare quattro categorie di soggetti nella catena del valore: 1. I costruttori di discariche/installatori degli impianti di trattamento e riciclaggio; 2. Le imprese incaricate della raccolta e del trasporto dei rifiuti ordinari e speciali; 3. I gestori degli impianti di trattamento e valorizzazione di rifiuti e 4. I fabbricanti e distributori di tecnologie per gli impianti di trattamento e valorizzazione dei rifiuti.
Le 3 macrofiliere identificate riguardano la gestione dei rifiuti 1. urbani e assimilabili, 2. industriali e speciali, 3. riciclabili.
La gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili prevede la creazione di centri di raccolta e trasferimento che conferiscono i rifiuti in discariche controllate ormai in quasi tutto il territorio tunisino. Durante il 9° Piano di Sviluppo, sono stati creati 3 centri di raccolta ed una discarica (investimento: 10 milioni di DT); nel corso del 10° sono state create 9 discariche controllate e 40 centri di trasferimento (investimento: 61,5 milioni di DT, finanziati dalla cooperazione internazionale) e durante l’11° piano sono in corso di creazione altre 10 discariche controllate con i relativi centri di trasferimento per un investimento di 72 milioni di DT.
La raccolta dei RSU (Rifiuti Solidi Urbani) è di almeno il 50% nelle aree rurali e di oltre l’80% nelle zone urbane. Circa il 65% della produzione di RSU è messo in discarica e tale quantità equivale all’85% della capacità disponibile. Attualmente esistono 10 discariche operative, 4 in costruzione e 6 in corso di studio. Per quanto invece concerne le discariche per i rifiuti industriali e pericolosi, una è operativa (Jradou/Zaghouan) e 3 sono in corso di costruzione.
Per quanto concerne la filiera dei rifiuti industriali e speciali (stimati in 150.000 tn/anno), è stato costituito in seno all’ANGED un “Sistema di pilotaggio, sorveglianza e rifinanziamento della gestione dei rifiuti pericolosi”; ciò ha portato alla creazione di un centro per il trattamento/eliminazione di tali rifiuti a Jradou (Zaghouan), dove confluiscono i materiali raccolti nei 3 centri di trasferimento: Biserta a Nord, Sfax al Centro e Gabès a Sud.
Un lavoro a parte richiedono i rifiuti delle attività minerarie, i cosiddetti fosforo-gessi, risultato dell’estrazione dei fosfati e della produzione di acido fosforico, che ammontano a circa 5 milioni di tonnellate.
La gestione dei rifiuti riciclabili conta numerose sotto-filiere (plastica, oli usati alimentari e minerali, accumulatori, pile, pneumatici …) e per ciascuna di esse è stato avviato un programma specifico – sempre gestito dall’ANGED – con dei risultati globalmente buoni. Il compostaggio in Tunisia è stato regolamentato a partire dal 2006 con il “Piano direttivo per la valorizzazione dei rifiuti organici tramite compostaggio”, ciò che ha permesso di creare 3 unità a Naassen (Ben Arous), Grombalia (Nabeul) e Ksibet-Sousse, gestite dalla Direzione Generale delle Foreste del Ministero dell’Agricoltura, mentre l’ANGED ha avviato con dei privati una quarta unità a Medenine, in attesa di una quinta in cui dovrebbero essere convogliati i rifiuti organici della Grande Tunisi.
Ai privati sono affidati molteplici compiti nel settore della valorizzazione. Nelle differenti filiere sono state costituite numerose PMI che operano nel trasporto e nella raccolta (come nel caso della filiera degli oli industriali, nella quale tutte le imprese lavorano per la raccolta dei rifiuti a livello del proprio governatorato e poi li conferiscono alla SOTULUB di Biserta, unica società autorizzata al trattamento) o che invece si occupano direttamente del riciclaggio su autorizzazione dell’ANGED (come è il caso della plastica). Di seguito si dà il quadro delle imprese private operanti nel trasporto e nella gestione dei rifiuti, nocivi e non.
Analisi della domanda
Dagli ultimi dati disponibili risulta che la quantità annua di RSU (Rifiuti Solidi Urbani) è pari a 2,25 milioni di tonnellate, con una generazione procapite di 0,815 Kg/giorno nell’area urbana e di 0,150 Kg/giorno nelle zone rurali; il tasso di crescita annua dei RSU è del 2,5%.
Le statistiche relative ai rifiuti pericolosi e speciali sono parzialmente disponibili. Dai dati disponibili, risulta che la quantità di rifiuti sanitari è di 18.000 tonnellate annue, che i rifiuti provenienti da imballaggi sono 55.000 tonnellate annue, mentre i rifiuti industriali sono pari a 5,150 milioni all’anno, di cui 5 milioni sono scarti della lavorazione dei fosfati. Non esistono dati sulle quantità prodotte di rifiuti pericolosi di altra origine e di rifiuti provenienti dalle attività agricole.
Nel 1997 è stato creato il marchio Eco-Lef - gestito dall’ANGED - basato sul recupero e la valorizzazione dei rifiuti riciclabili che incoraggia la raccolta degli imballaggi usati in plastica e metallo dietro pagamento di una remunerazione fissata secondo la quantità raccolta e la categoria d’imballaggio. Gli elementi raccolti devono quindi essere indirizzati verso il centro di raccolta Eco-Lef. Tale sistema – avviato nel 2001 - ha permesso negli ultimi anni di raccogliere e riciclare una quantità media di 15.000 tonnellate annue di imballaggi.
Il programma Eco-Zit prevede la raccolta, lo stoccaggio e la rigenerazione degli oli lubrificanti usati, mediante una convenzione specifica tra l’ANGED e la SOTULUB. Il sistema è finanziato dal contributo degli aderenti al programma (produttori ed importatori di oli lubrificanti). La raccolta viene fatta attraverso circa 10.000 punti e il trasporto viene realizzato da 11 operatori che recuperano circa il 60% del totale dell’olio usato che viene quindi consegnato alla SOTULUB che rigenera circa 10.000 tonnellate all’anno.
Altri meccanismi similari sono stati lanciati per altre filiere.
Eco-Batteries prevede – tramite degli accordi con i fabbricanti locali e gli importatori di accumulatori – l’obbligo di recupero e consegna dell’usato, da cui si procede al recupero dei materiali pericolosi (es. piombo). Si calcola che questo sistema arrivi attualmente a recuperare e riciclare quasi il 90% delle batterie usate.
Eco-Piles – mediante dei punti di raccolta nelle scuole e nei centri commerciali – promuove la raccolta delle pile usate che sono stoccate dall’ANGED in attesa che vengano autorizzate delle imprese private per avviarne il riciclaggio.
Eco-Filtre – il cui concetto è simile a quello di Eco-batteries, in quanto il sistema si basa sull’obbligo di recupero, da parte dei produttori e distributori, di filtri per mezzi di trasporto che – una volta usati – vengono raccolti e rigenerati.
Principali operatori commerciali
Il mercato del riciclaggio dei rifiuti è controllato dall’ANGED e vede una forte presenza di operatori privati (soprattutto micro e piccole aziende). Per quanto concerne i rifiuti solidi urbani (RSU), l’ANGED lancia le gare d’appalto per l’apertura, la gestione e la riabilitazione delle discariche. Si noti che le attività di apertura e sistemazione di una discarica non implicano che lo stesso soggetto possa poi gestirla. Per quanto riguarda la raccolta dei RSU, essa viene affidata a imprese private che si occupano della nettezza urbana, della raccolta e del conferimento in discarica (o nei centri di smistamento) dei rifiuti.
Per quanto concerne i rifiuti industriali e speciali, ogni filiera è oggetto di interventi specifici (pile/batterie, oli esausti, pneumatici): il centro di raccolta di Jradou, frutto di un programma di cooperazione con la Banca tedesca per lo Sviluppo e la Ricostruzione (KfW), tratta da solo 90 delle 150 tn di rifiuti industriali e speciali in modo da ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento tramite specifici programmi di recupero o di eliminazione.
Il programma Eco-lef definisce le attività nella filiera del recupero dei rifiuti in plastica, per cui l’ANGED e un centinaio circa di operatori privati gestiscono i punti di raccolta e di stoccaggio, che poi conferiscono a più di 200 micro, piccole e medie imprese la materia per procedere al suo riciclaggio.
Per quanto concerne la filiera della raccolta e il trattamento degli oli minerali usati, essa è affidata alla SOTULUB - sita a Biserta – che è il solo soggetto abilitato. Essa è supportata a livello locale da una gruppo di PMI che si occupano a livello di ogni singolo governatorato (o gruppo di governatorati) della raccolta e del trasporto degli oli verso lo stabilimento della SOTULUB.
Le imprese che operano nel settore del riciclaggio delle materie plastiche in Tunisia sono attualmente circa 150 che trattano una quantità annua di rifiuti che varia tra 150.000 e 200.000 tonnellate. Esse possono effettuare autonomamente la raccolta o disporre di una convenzione con l’ANGED che assegna loro una quota del materiale raccolto. Per gli atri tipi di rifiuti domestici o assimilabili non organici, l’attività di riciclaggio comprende gli pneumatici (20.000 tn/anno), i metalli (120/150.000 tn/anno), la carta (15/20.000 tn/anno) e i prodotti tessili (25-30.000 tn/anno).
Quadro normativo
Il primo tentativo di pianificazione per il trattamento dei rifiuti domestici e per dare delle soluzioni adeguate al trattamento e la valorizzazione dei rifiuti pericolosi è stato codificato nel PRONAGED (Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti Solidi) lanciato per il periodo 1995-2006, quando è stato sostituito dal PRONGIDD (Programma Nazionale di Gestione Integrata e Sostenibile dei Rifiuti) che copre il periodo 2007-2016.
I due Programmi costituiscono il quadro normativo del settore. Il legislatore ha poi provveduto alla regolamentazione dei differenti aspetti del trattamento e della valorizzazione.
Il primo atto è stato la promulgazione della legge-quadro 92-122 che ha creato il FODEP – Il Fondo di Disinquinamento. La gestione dei rifiuti solidi è invece stata regolamentata per la prima volta con la legge organica delle Municipalità n° 95-68 che ne assegnava ai Comuni la responsabilità al livello locale.
La prima legislazione organica del settore è stata organizzata nella legge-quadro 96-41 del 10 giugno 1996, che prevede la definizione delle categorie di rifiuti, regolamenta la loro gestione ed istituisce il principio della responsabilità penale per la negligenza nel controllo, gestione e eliminazione dei rifiuti. Tale legge è stata integrata da una serie di decreti che definiscono le modalità applicabili alle differenti filiere (dai RSU ai rifiuti pericolosi e industriali). Altri decreti definiscono la tassazione e i diritti doganali sull’importazione di materiali e macchinari per il trattamento dei rifiuti, oltre che per l’apertura e la gestione delle discariche.
In ogni caso, tutti gli investimenti del settore devono tenere conto del ruolo dell’ANGED e prevedere che – in ogni caso – è obbligatorio interagire con tale Agenzia.
Legislazione societaria
Per quanto concerne gli investimenti nel settore, dei regolamenti emanati dal Ministero dell’Ambiente stabiliscono i criteri per chi voglia investire nel settore. Il Regolamento del 17 gennaio 2007 stabilisce le condizioni e le modalità di esercizio delle attività di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento, riciclaggio e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi.
Gli investimenti nelle normali attività di riciclaggio e valorizzazione di certe tipologie di rifiuti (es. plastica) sono soggette al Codice degli investimenti che – al Titolo VI - prende espressamente in considerazione gli investimenti per lottare contro l’inquinamento e promuovere la protezione dell’ambiente.
L’articolo 37 prevede che tutti gli investimenti realizzati dalle imprese con l’obiettivo di lottare contro l’inquinamento risultante dalla loro attività o da parte delle imprese che si specializzano nella raccolta, trasformazione e trattamento dei rifiuti, beneficino dell’esonero dal pagamento dei diritti di dogana e delle tasse equivalenti, della sospensione dal pagamento dell’IVA e del Diritto di Consumo sui macchinari importati se quelli di fabbricazione tunisina non sono reperibili e che sono necessari per la realizzazione degli investimenti, oltre che della sospensione del pagamento dell’IVA sui macchinari fabbricati localmente.
Il successivo articolo 38 prevede che gli investimenti effettuati nella raccolta, trasformazione o trattamento dei rifiuti domestici o di quelli generati da attività economiche, diano luogo a delle deduzioni delle imposte sulle società.
Modalità e problematiche di accesso
Numerose sono le difficoltà osservate sia dagli operatori sia dalle autorità locali, particolarmente nella pianificazione del processo di delega ai privati. L’affidamento degli appalti è oggetto di numerose critiche, sia durante le fasi di preparazione, di selezione e di concessione sia durante le fasi della gestione del contratto. D’altra parte, il quadro giuridico e regolamentare non è adatto alla partecipazione del settore privato e gli appalti hanno dimensioni considerate poco interessanti dal punto di vista economico.
Aree di insediamento e parchi industriali
Il parco industriale dedicato alle tecnologie ambientali è l’ECOPARK di Borj Cedria – a 28 Km a sud di Tunisi - che mette a disposizione delle imprese operanti nel settore, delle infrastrutture e la possibilità di beneficiare di servizi tecnologici e di competenze avanzate nel settore della ricerca e dello sviluppo, grazie alla presenza dell’Istituto Superiore di
Scienze e di Tecnologie dell’Ambiente (ISSTE). Tale istituto opera in sinergia con il Centro di Ricerca in Tecnologie dell’Ambiente (CRTEn) che ospita dei laboratori di ricerca per la valorizzazione energetica dei rifiuti.
Presenza di aziende estere e italiane
La presenza di investitori stranieri nel settore della gestione delle discariche si limita al gruppo francese “PIZZORNO ENVIRONMENT” che nel 2009 ha ottenuto un contratto per la gestione della discarica di Jebel Chekir per la durata di 5 anni, al momento sospeso.
Il gruppo più importante di imprese straniere si riscontra nel settore della gestione dei fanghi industriali e petroliferi; oltre alle due società francesi “STB H2O” di Sfax (trattamento di fanghi petroliferi) e “ESPACE NAUTIQUE ET SERVICES” (raccolta in mare di rifiuti liquidi e solidi contaminati da idrocarburi), si segnala la presenza di 3 imprese a capitale italiano: la “ECOGLOBAL TUNISIA”, che tratta i reflui liquidi delle navi nel porto di Sfax, la “MEDES” che raccoglie, stocca, tratta e interra le acque e i fanghi delle stazioni petrolifere contaminate da metalli pesanti e la “SEA SERVICE” che raccoglie, tratta e elimina i rifiuti della lavorazione del petrolio.
Nel settore della gestione dei rifiuti ospedalieri, si segnala la presenza della “IGIAM” - impresa a capitale francese – che raccoglie, trasporta, sterilizza nel suo stabilimento di M’ghira/Ben Arous i rifiuti che poi vengono interrati. Nello stesso settore l’italiana “SADIP” opera con le stesse modalità a Borj Cedria/Ben Arous.
Nel settore del riciclaggio degli pneumatici, operano due imprese straniere: una a capitale danese “ECO+” e una seconda a partecipazione coreana la “TRIGEM INDUSTRIE”.
Un’impresa francese – la “ELEC RECYCLAGE TUNISIE” - si occupa del trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, mentre le italiane “PHOINIX REC” e “TUNISIE REGENERATION” sono attive rispettivamente nel riciclaggio dei catalizzatori di autoveicoli usati e nel trattamento dei liquidi e delle lastre impiegate in fotografia.
Problematiche infrastrutturali
La principale debolezza della gestione attuale dei rifiuti domestici in Tunisia consiste nel ritardo che ancora si riscontra al livello della valorizzazione e del riciclaggio. Infatti il compostaggio viene ancora fatto in quantità minime e la metanizzazione dei rifiuti organici per produrre energia costituisce un altro punto critico sebbene la Tunisia sia stato un precursore in materia. Ma la valorizzazione e il riciclaggio dei rifiuti dipende dalla disponibilità di materia prima. La selezione alla fonte rimane ancora il grande problema e le campagne di sensibilizzazione e le diverse esperienze realizzate sembrano scontrarsi contro la mancanza di coscienza ambientale del cittadino.
Inoltre, anche nel caso in cui la raccolta differenziata funzionasse, esiste un problema di accesso per i privati al sistema di raccolta e gestione del ciclo dei rifiuti per quanto riguarda l’assegnazione di quote di rifiuti da trattare da parte dell’ANGED.
Politica industriale di settore
La politica industriale nel settore della gestione e della valorizzazione dei rifiuti rientra nella strategia più generale che è stata negli anni definita dal Ministero dell’Ambiente.
La strategia nazionale poggia su 4 assi:
la creazione di centri tecnici regionali per l’interramento e di centri di trasferimento
la chiusura e la riabilitazione delle oltre 400 discariche non controllate esistenti
la creazione di sistemi integrati di gestione dei rifiuti (raccolta, differenziazione, trattamento e valorizzazione ..)
lo sviluppo di nuove filiere di trattamento, di riciclaggio e di valorizzazione dei rifiuti, tenendo conto della composizione dei rifiuti.
In tale ambito, la partecipazione dei privati è stata a più riprese evocata come uno dei presupposti per una politica ambientale efficace per la gestione del ciclo dei rifiuti. Per quanto riguarda la definizione del ruolo e della partecipazione di privati, sono stati avviati degli studi strategici e tecnici per identificare le priorità d’intervento.
Nel frattempo, i privati sono stati coinvolti nella raccolta e nel trasporto dei rifiuti domestici mediante dei contratti a tempo con tutti i 264 comuni esistenti. Anche per quanto riguarda i rifiuti industriali e speciali, la raccolta ed il trattamento sono assicurati nella totalità dal settore privato e a carico delle industrie, in seguito all’ottenimento di una autorizzazione da parte dell’ANGED (circa 150 imprese ne sono attualmente in possesso).
La gestione delle discariche controllate (in cui vanno attualmente il 50% dei rifiuti raccolti) è totalmente assicurata da operatori privati, con dei contratti di gestione della durata di 5 anni (ciò che impedisce dei progetti di valorizzazione a medio-lungo termine).
Sistema di incentivi e sussidi
La Tunisia ha creato un sistema di finanziamento basato su degli strumenti finanziari specifici, come il FPEEV – Fondo di Salvaguardia dell’Ambiente e dell’Estetica Cittadina. Questo sistema è rafforzato dagli introiti della fiscalità locale, particolarmente della tassa sulle costruzioni (TIB), dai canoni per la raccolta e l’eliminazione dei rifiuti oltre che dai canoni per l’igiene pubblica. I costi della gestione dei rifiuti municipali sono coperti per la maggior parte dalle tasse derivanti dalla raccolta e dall’eco-tassa sui servizi post-raccolta.
Attualmente, il finanziamento e la copertura dei costi relativi alla gestione dei rifiuti sono assicurati da due sistemi complementari:
Un sistema gestito dai Comuni che copre il costo della raccolta e del trasporto dei rifiuti domestici e una parte del costo della messa in discarica. Questo sistema è basato sulla raccolta comunale delle tasse, delle sovvenzioni e dei canoni.
Un sistema pilotato dallo Stato via l’ANGED che copre il costo del trasferimento e della messa in discarica controllata dei rifiuti domestici e della gestione delle filiere dei rifiuti domestici e industriali. Tale sistema è finanziato da prestiti, doni e canoni dell’eco-tassa.
Disponibilità di finanziamenti da parte di Organismi internazionali bilaterali e multilaterali
Esistono numerosi programmi finanziari e di assistenza tecnica che sono messi a disposizione della Tunisia per il conseguimento degli obiettivi strategici nel settore della gestione e della valorizzazione dei rifiuti domestici e speciali.
Tra i programmi di cooperazione finanziaria multilaterale si segnalano: Tre progetti finanziati dalla Banca Mondiale
Progetto di « Gestione Sostenibile dei Rifiuti Municipali – PGDDM » che è associato a due progetti di vendita di Certificati di Riduzione delle Emissioni CO2 a partire da
10 discariche controllate (vendita del 50% delle emissioni CRE nell’ambito del Meccanismo di Sviluppo Sostenibile del Protocollo di Kyoto). Finanziamento: 22 milioni di Dollari US.
Il Programma Africano per l’eliminazione dei pesticidi scaduti « PASF-Tunisia ». Finanziamento: 4 milioni di Dollari US + 800.000 Euro dall’Agenzia Francese di Sviluppo.
Progetto di dimostrazione e promozione delle buone pratiche per la gestione dei rifiuti sanitari: costo del progetto 5,5 milioni di Dollari US.
Un progetto finanziato dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI)
Realizzazione di 6 discariche controllate e dei relativi centri di trasferimento nei Governatorati di Sfax, Gabès, Médenine, Nabeul e Monastir. Finanziamento: 25 milioni di Euro
Tra i programmi di cooperazione finanziaria bilaterale si segnalano:
Quattro progetti finanziati dalla Banca Tedesca di Sviluppo (KfW)
Realizzazione di 3 discariche controllate e dei relativi centri di trasferimento nei 3 Governatorati di Biserta, Sousse e Kairouan. Finanziamento: 9,2 milioni di Euro.
Realizzazione di una seconda discarica controllata e dei relativi centri di trasferimento nella Grande Tunisi. Finanziamento: 12,8 Milioni di Euro.
Realizzazione del centro di trattamento dei rifiuti industriali e speciali di Jradou. Finanziamento: 18 milioni di Euro, di cui 11,7 milioni sotto forma di dono.
Realizzazione di 3 centri di raccolta e di stoccaggio, uno per ogni area del paese. Finanziamento: 14,5 milioni di Euro.
Progetto di realizzazione di discariche controllate nella valle della Medjerda. Finanziamento: 7,8 milioni di Euro.
Un progetto finanziato nell’ambito della Cooperazione Italiana allo Sviluppo:
Realizzazione di 3 discariche controllate e dei relativi centri di trasferimento nei 3 Governatorati di Zaghouan, Mahdia, e Tozeur. Finanziamento: 12,3 milioni di Euro.
Un progetto finanziato dall’Agenzia Coreana di Cooperazione internazionale:
Realizzazione di un progetto pilota di raccolta, riciclaggio e valorizzazione dei rifiuti elettrici ed elettronici (DEEE). Finanziamento (dono): 3,5 milioni di DT.
Tra i programmi di cooperazione tecnica, si segnalano quelli della Cooperazione tecnica tuniso-tedesca (GIZ):
Il programma “Tuniso-Tedesco per l’Ambiente (PPE)”, per la componente “Gestione Integrata e Sostenibile dei Rifiuti”, concluso nel 2013.
Il progetto regionale « Network Regionale di Scambio d’Informazioni e di Competenze nel settore dei Rifiuti SWEEP-NET ». Finanziamento: 6 milioni di Euro.
La Cooperazione Tuniso-Francese ha firmato un memorandum di cooperazione tecnica con l’ADEME – Agenzia Francese dell’Ambiente e di Gestione dell’Energia.
Riepilogo:
La Tunisia dispone di una strategia per la gestione e la valorizzazione dei rifiuti urbani e speciali per il periodo 2007-2016 , codificata nel PRONGIDD (Programma Nazionale di Gestione Integrata e Sostenibile dei Rifiuti).
La politica industriale nel settore si basa su 4 assi:
la creazione di centri tecnici regionali per l’interramento e dei centri di trasferimento
la chiusura e la riabilitazione delle oltre 400 discariche non controllate esistenti
la creazione di sistemi integrati di gestione dei rifiuti (raccolta, differenziazione, trattamento e valorizzazione ..)
lo sviluppo di nuove filiere di trattamento, di riciclaggio e di valorizzazione dei rifiuti, tenendo conto della loro composizione.
I costi della gestione dei rifiuti municipali sono coperti per la maggior parte dalla fiscalità locale.
Un ruolo fondamentale è svolto dalla cooperazione finanziaria e tecnica con i programmi internazionali per la protezione ambientale. Progetti finanziati dalla Banca Mondiale e dalla Banca Europea degli Investimenti, insieme a fondi della cooperazione bilaterale (Germania, Francia, Italia, Corea) sono messi a disposizione della Tunisia per il conseguimento degli obiettivi strategici nel settore della gestione e della valorizzazione dei rifiuti domestici e speciali.
ISTITUZIONI DI RIFERIMENTO:
MINISTERE DE L’EQUIPEMENT, DE L’AMENAGEMENT DU TERRITOIRE ET DU DEVELOPPEMENT DURABLE
SECRETARIAT D’ETAT AU DEVELOPPEMENT DURABLE
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Sito web: www.environnement.gov.tn
Indirizzo : 6, rue Al Amine Al Abbasi - 1002 Tunis
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Sito web: www.anged.nat.tn
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Sito web: www.apal.nat.tn
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